Pagina:Pulci - Morgante maggiore II.pdf/413

410 il morgante maggiore.

27 E perchè egli ama ancor pur Luciana,
     Con molta gente la mandò a Parigi,
     Perch’ella era nipote a Gallerana,
     E battezzossi drento a San Dionigi.
     Ed accordossi alla fede cristiana:
     E tanto piacque al gentile Ansuigi,
     Perchè pur era ancor giovane e bella,
     Che finalmente disposata ha quella.

28 E Ricciardetto con lei fu mandato,
     Per piacere a Rinaldo in compagnia;
     E ’l padiglion, ch’ella aveva donato,
     Rinaldo volle renduto gli sia,
     Per ristorarla del tempo passato;
     E rendè cortesia per cortesia:
     E sempre il tenne poi sopra il suo letto;
     E basti questo a lei e Ricciardetto.

29 Rinaldo a Carlo Magno un giorno disse,
     Come e’ voleva di corte partire,
     E cercar tutto il mondo come Ulisse.
     Carlo di duol si credette morire;
     Ma finalmente poi lo benedisse,
     E non poteron nessun contradire;
     Che, poi che vendicato aveva Orlando,
     Volea pel mondo andar peregrinando.

30 Gran pianto fece la corte di Carlo:
     Carlo gli parve rimaner sì solo,
     Che non potè mai più dimenticarlo:
     Credo che questo fu l’ultimo duolo;
     E non voleva sentir ricordarlo,
     Come fa il padre che perde il figliuolo:
     E tutta Francia ne fe’ gran lamento,
     Poi ch’un tanto campion nel mondo è spento.

31 E credo in verità che così sia,
     Perchè pur molte cose ho di lui scritto;
     E per virtù della sua gagliardia,
     E’ par ch’io sia come costor già afflitto:
     E come peregrin rimaso in via,
     Che va pur sempre al suo cammin diritto
     Col pensier, con la mente e col cervello,
     Così vo io pur seguitando quello.