164 Venne del mosto, e stanno a ragionare,
E l’oste un poco si rassicurava;
Margutte un canzoncin netto spiccare
Comincia, e poi del camin domandava,
Dicendo, a Babillona volea andare:
L’oste rispose, che non si trovava
Da trenta miglia in là casa nè tetto
Per più giornate, e vassi con sospetto.
165 E disselo a Margutte, e non a sordo,
Che vi pensò di subito malizia,
E disse all’oste: Questo è buon ricordo,
Poi che tu di’ che vi si fa tristizia:
Or oltre a letto; e sarem ben d’accordo,
Ch’io non istò a pagar con masserizia;39
Io son lo spenditore degli scotti;
Come tu stesso vorrai, pagherotti.
166 Io ho sempre calcata la scarsella:
Deh dimmi tu, non debbi aver domata,
Per quel ch’io ne comprenda, una cammella,
Ch’io vidi nella stalla tua legata,
Ch’io non vi veggo nè basto nè sella?
Rispose l’oste: Io là tengo appiattata
Una sua bardelletta,40 ch’io gli caccio,
Nella camera mia sotto il primaccio.
167 Per quel ch’io il faccia, credo che tu intenda:
Sai che qui arriva più d’un forestiere
A cena, a desinare, ed a merenda.
Disse Margutte: Lasciami vedere
Un poco come sta questa faccenda,
Poi che noi siam per ragionare e bere,
E son le notte un gran cantar di cieco.
E l’oste gli rispose: Io te l’arreco.
168 Recò quella bardella il sempliciotto:
Margutte vi fe su tosto disegno,
Che questa accorderà tutto lo scotto;
E disse all’oste: E’ mi piace il tuo ingegno;
Questo sarà il guancial ch’io terrò sotto,
E dormirommi qui in su questo legno;
So che letto non hai dov’io capessi,
Tanto che tutto mi vi distendessi.