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366 il morgante maggiore.

102 O Vegliantin, tu m’hai servito tanto,
     O Vegliantin, dove è la tua prodezza?
     O Vegliantin, nessun si dia più vanto,
     O Vegliantin, venuta è l’ora sezza:
     O Vegliantin, tu m’hai cresciuto il pianto,
     O Vegliantin, tu non vuoi più cavezza;
     O Vegliantin, s’io ti feci mai torto,
     Perdonami, ti priego, così morto.

103 Dice Turpin, che mi par maraviglia,
     Che come Orlando — perdonami — disse,
     Quel caval parve ch’aprissi le ciglia,
     E col capo e co’ gesti acconsentisse;
     Tanto che Orlando riprese la briglia,
     Forse pensando che si risentisse:
     Dunque Pirramo e Tisbe al gelso fonte
     A questa volta è Vegliantino e ’l Conte.

104 Ma poi che Orlando si vide soletto,
     Si volse e guarda inverso la pianura,
     E non vede Rinaldo o Ricciardetto;
     Tanto che i morti gli fanno paura,
     Chè il sangue aveva trovato ricetto,
     E Roncisvalle era una cosa oscura:
     E pensi ognun quanto dolor quel porta,
     Quando e’ vedeva tanta gente morta.

105 E disse: O terque o quaterque beati,
     Come disse il troian famoso ancora;
     E miseri color che son restati,
     Come son io, insino all’ultim’ora;
     Chè, benchè i corpi sien per terra armati,
     L’anime son dove Gesù s’onora:
     O felice Ulivier, voi siete in vita,
     Pregate or tutti per la mia partita.

106 Or sarà ricordato Malagigi,
     Or sarà tutta Francia in bruna vesta,
     Or sarà in pianti e lacrime Parigi,
     Or sarà la mia sposa afflitta e mesta:
     Or sarà quasi inculto San Dionigi,
     Or sarà spenta la cristiana gesta:
     Or sarà Carlo e il suo regno distrutto,
     Or sarà Ganellon contento in tutto.