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268 il morgante maggiore.

109 Poi disse Gano: Una cosa ci resta:
     Baldovin mio figliuol vi raccomando,
     Il qual verrà con la cristiana gesta,
     Però che vuol sempre esser con Orlando.
     Disse Marsilio: La mia sopravvesta
     Gli porta e dì così, ch’io gliela mando,
     E vo’ che sempre per mio amor la tenga,
     E che con questa in Roncisvalle venga.

110 Poi che fu ordinato il tradimento,
     E recato la Bibbia e l’alcorano,
     E dato a tutti quanti il sacramento,
     Da Siragozza si partiva Gano;
     Marsilio volea dargli oro ed argento,
     Ma Ganellon non vi porse la mano,
     E fece un ben che sarà il primo e ’l sezzo,
     Chè ricever non vuol di sangue prezzo.

111 E tanto ha cavalcato il traditore,
     Che in pochi giorni a Parigi arrivava;
     E come e’ giunse ov’è lo imperatore,
     Carlo l’abbraccia, e quasi lacrimava
     Di tenerezza che gli venne al core;
     E Gan poi questo e quell’altro abbracciava:
     Par che venga da far qualche sant’opra,
     E tutta quella corte va sozzopra.

112 Pensa, lettor, che il traditor rassetti
     Tutte sue bagattelle e sue bugie;
     E mandragole e serpe e bossoletti,
     E polvere e cartocci e ciurmerie
     Mostrassi, e tutti sciogliessi i sacchetti:
     E lo stagnon dell’utriaca aprie,
     Ma non mostroe, chè l’ha nascoso, e sallo,
     L’arsenico, il nappello e il risagallo.

113 E poi con Gallerana cicalava,
     E disse come la reina Blanda
     A Siragozza un giorno l’aspettava,
     E però molte cose non gli manda;
     Poi Carlo tuttavia sollecitava,
     E sempre l’onor suo gli raccomanda,
     E ch’e’ menassi la sua corte adorna:
     E pure al fatto d’Orlando ritorna.