94 Credo per grazia il ciel m’ha riserbato
A tanto bene, innanzi ch’io sia morto:
E parmi il luogo che s’è disegnato,
Di venire a San Gianni piè di Porto,
Che sia proprio al bisogno accomodato:
Ma io sarò costà, credo, di corto;
Intanto fa’ che la tua corte adorni,
E che tu scriva al Danese che torni.
95 La lettera il messaggio appresentoe
A Carlo, e mai non si vide più lieto,
E nel consiglio a tutti la mostroe,
E chiama Ganellon savio e discreto:
Ma Namo già non se ne rallegroe;
E giudicava ognun nel suo segreto,
Che Ganellon gittassi il giacchio tondo
A questa volta, e che toccassi fondo.
96 E perchè Orlando andato era in Guascogna,
E non voleva a Parigi più stare,
Ed avea seco il duca di Borgogna;
Carlo gli scrisse ch’e’ dovessi andare
In Roncisvalle presto, ove bisogna
Il re Marsilio e ’l tributo aspettare:
E che e’ dovessi deporre ogni sdegno,
Chè non gli mancherebbe stato e regno.
97 E mandògli la lettera, che scrisse
Gano; e giurava per la sua corona,
Poi che son terminate l’aspre risse,
Ed Antea ritornata a Babillona,
Benchè d’accordo di Francia partisse,
Che gli voleva ritorre in persona
E Babillona e Persia e la Soria,
E dar di tutto a lui la signoria.
98 Chè, poi ch’egli era il campion ver di Cristo,
Volea che ’l suo sepulcro lui guardassi,
Che tolto aveva a’ nimici di Cristo:
Pertanto al tutto in Roncisvalle andassi;
E perchè tanto umiliossi Cristo,
A Marsilio ancor lui s’umiliassi:
(Vedi s’egli era all’usato pur cieco!),
E che menassi il conte Anselmo seco.