69 Era Gan traditor di sua natura,
Prescito più che Giuda Scariotto;
Ma non offenda ignun sanza paura
Della vendetta, e noti bene il motto,
Che per disperazion l’uom s’assicura,
E dice: Se il disegno fia pur rotto,
Come fortuna alle volte ingarbuglia,
Che fia? mort’io, mort’una mosca in Puglia.2
70 Il tradimento Gano ha disegnato,
Ch’Orlando in Roncisvalle venir debbe
A ricevere un don che fia mandato,
Il qual sempre tributo poi sarebbe;
E Carlo appiè di Porto abbi aspettato;
E che quivi la pace si farebbe,
Dove Marsilio andar vuole in persona
E inginocchiarsi a sua santa Corona.
71 E che voleva infin baciarli il piede,
E far con lui sincera e vera pace;
E che, se il Mainetto suo rivede,
Dirà qual Simeon: Come a te piace,
L’anima mia omai, Signor, recede;
E tutte cose, che parran capace,
Digeste, esaminate a parte a parte,
Con mille scaltrimenti e con mill’arte,
72 Orlando in Roncisvalle, come io dico,
Per fare al re Marsilio compagnia,
Che paressi deposto ogni odio antico,
E il tributo ricevere, il qual fia
Le frutte amare2 di Frate Alberico.
Ma mentre Ganellon questo dicia,
Cadde la sedia ove Marsilio siede,
E la cagion non s’intendeva o vede.
73 Ma miracol non è quel che il ciel vuole:
Poi appariron gran prodigi e segni,
E si turbò in un tratto in aria il sole;
E’ nugoli, che d’acqua eran già pregni,
Cominciono a tonar, come far suole
Quando par Giove più crucciato sdegni:
E vento e furia e grandine e tempesta
Subito apparve: o Dio, gran cosa è questa!