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248 il morgante maggiore.

9 Perchè e’ pensava: se costui vi resta,
     Marsilio arà ciò che vuole a sua posta
     Sanza metter più lancia in su la resta,
     E dirà a questa ch’ella è buona posta;
     E cognosceva la spiga alla resta,
     Chè Falserone ha veduto alla posta,
     E le sue maliziette avea ben conte,
     Che consigliava che v’andassi il Conte.

10 Dicendo a Carlo: Il re Marsilio sa,
     Ch’Orlando è malcontento, perchè e’ fu
     Colui che inver la Spagna acquistata ha,
     E morto Serpentino e Ferraù:
     Io ti dirò la pura verità,
     Io il manderei sanza pensarvi più:
     E basti: io dico: io so tu intendi: mandalo,
     Chè potrebbe pur nascer qualche scandalo.

11 E nel partire avea detto ad Orlando:
     Io so che 'l mio signor qualche giannetto
     Ti manderà in qua presto, perchè, quando
     Io mi parti’, già me l’aveva detto.
     Così di giorno in giorno cavalcando
     Sen va con Falseron quel maladetto;
     Ed avea l’arco e l’archetto parato,
     Ed aspettava d’esser domandato.

12 Domandò Falseron più volte, come
     E’ s’intendea con Orlando il Marchese;
     E quando e’ crede averlo per le chiome,
     La nebbia strinse, e fumo e vento prese:
     Ch’a Siragozza vuol condur le some.
     Gano e' risponde: Messer Albanese,
     E salta pur di Bacchillone in Arno,
     E il Bacchillone è chi tentava indarno.

13 Intese Falseron, come discreto,
     Che Ganellon con Marsilio riserba
     A scoprir della mente il suo segreto,
     E ruminava altro che fieno o erba;
     Sì che forse meglio era starsi cheto,
     Perchè e’ vedeva ancor la sorba acerba;
     Ed avea d’Ulivier notato il motto,
     E ’l bacio dato come Scariotto.