14 Andianne ove ti piace alla ventura.
In questo un gran serpente, ch’era piatto,
Si scuopre, quando al cul sente l’arsura:
Aggraticciossi al collo a Fuligatto,
Tanto che tramortì per la paura.
Rinaldo con la spada tanto ha fatto,
Che finalmente gliel levò da dosso,
Ma prima gli tagliò la carne e l’osso.
15 Ed anco poi con la coda pur guizza.
Fuligatto parea che fussi morto,
Donde Rinaldo avea gran duolo e stizza
Restar soletto; e dolevasi a torto,
Chè Fuligatto alla fine si rizza:
E risentito, e ripreso conforto,
E ringraziando que’ che in cielo stanno,
Pel gran deserto alla lor via ne vanno.
16 E poi che molto furon cavalcati,
Due lion morti in un luogo foresto
Nel mezzo della strada hanno trovati;
Disse Rinaldo: Che vorrà dir questo?
Questi lion chi ha così ammazzati?
Ma Fuligatto se n’accorse presto,
E disse: E’ fia Spinardo sanza fallo,
Che dicon ch’è mezz’uom, mezzo cavallo.
17 Nel monte periglioso suole stare:
Per certo noi dobbiamo esservi presso:
Una fromba e tre dardi suol portare.
Disse Rinaldo: E’ sarà stato desso:
Non si potre’ questa bestia trovare?
Rispose Fuligatto: E’ suole spesso
Tra questi boschi andar cercando prede:
E intanto una bandiera appresso vede,
18 Con certi Macometti molto strana.
Cominciono a studiare allora il passo:
Questo Spinardo stava in una tana
Nascoso, come l’orso o come il tasso;
Sente venire il cavallo e l’alfana,
Subito misse nella fromba un sasso,
E prese i dardi, ed assaltò costoro,
E mugghia e soffia che pareva un toro.