214 Calavrion a contanti la briga
Comperò dunque, che non gli toccava:
Ecco che la giustizia lo gastiga;
L’Arpalista trovò quel che cercava:
Pel fil della sinopia34 e per la riga
A questa volta questa cosa andava;
Ed Archilagio per partito prese
Di rimenar sue gente in suo paese.
215 Carlo tornò con la corte a Parigi:
Gan per lo mondo in cammin si mettea:
Dove e’ sentiva o discordie, o litigi,
O guerre: Quivi è Rinaldo dicea:
Così cercava l’orme e’ suoi vestigi.
Or ritorniamo a Rinaldo ch’avea
Ridotta Saliscaglia a divozione
Di Cristo, e rinnegato ognun Macone.
216 Poi che son battezzati i Saracini,
E statosi alcun tempo a dimorare,
E grande onor gli fanno i cittadini;
In visione una notte gli appare
Un angelo, che fu de’ Cherubini,
E disse: Qui, Rinaldo, non puoi stare;
A’ pellegrini impedito è il passaggio,
Non posson far del Sepulcro il viaggio.
217 Quel che tu hai fatto, molto a Dio su piace;
Ma fa’ ch’a questa impresa or non sia molle:
Sappi ch’egli è un uom molto rapace,
Che nel deserto sta di Caprafolle,
Non lascia i pellegrini andare in pace:
Fa’ che tu vadi appiè di colle in colle,
Fin che tu truovi questo fiero matto,
Che fa di là chiamarsi Fuligatto.
218 Rinaldo la mattina risentito,
Subito a Ricciardetto e a gli altri disse,
Come l’Angiol di Dio gli era apparito,
E quel che gli avea detto, e dove e’ gisse:
Ognun di lor n’è molto sbigottito,
Non che non dichin che Dio s’ubbidisse;
Ma che di questo sol sentivan duolo,
Che l’Angel gli comanda e’ vadi solo.