Pagina:Pulci - Morgante maggiore II.pdf/179

176 il morgante maggiore.

169 E Ricciardetto e Guicciardo dileggia:
     Io non pensai che voi fornissi mai
     Di spacciar quattro femine; e motteggia.
     Alardo disse: Provato non hai;
     Non si conosce ogni volta l’acceggia
     Al becco lungo, non so se tu il sai:
     Tu non sai ben com’elle s’aiutavano:
     Co’ colpi in aria, per Dio, ci levavano.

170 Elle son tutte ammaestrate al giuoco,
     E bisognò molta acqua si versasse,
     Prima che fussi spento questo fuoco;
     Basta che netto ciascun si ritrasse:
     Tu porteresti, stu provassi un poco,
     Le lance alle bandiere poi più basse:
     Una di lor ti parrebbe bastante,
     Non ch’aversi a provar con tutte quante.

171 Ma l’Arpalista, inteso tutto il fatto,
     Un suo cugino Archilesse là manda;
     E disse, come e’ giunse questo matto:
     Appollin vi sconfonda d’ogni banda!
     E con Guicciardo si sfidò di tratto.
     Guicciardo al suo Gesù si raccomanda,
     E bisognava, chè non priega invano:
     Ch’erano in monte, e ritrovossi al piano.

172 Ed Archilesse nel portava via,
     E come il lupo al bosco la dà all’erta,
     Rinaldo, come lo vide, dicia:
     Aspetta, chè la guardia s’è scoperta;
     E finalmente Archilesse giugnia,
     E minacciò di dargli con Frusberta:
     Donde il Pagan: Tu mi fai torto, grida;
     Lasciò Guicciardo, e con lui si disfida.

173 Abbassaron le lance, e furon rotte,
     E con le spade a ferirsi tornaro,
     Dandosi insieme di villane botte;
     Il Saracin, non veggendo riparo,
     Volle Baiardo guarir delle gotte:
     Déttegli un colpo, che gli parve amaro;
     Che s’egli avessi preso meglio il collo,
     Credo che forse non dava più crollo.