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142 il morgante maggiore.

si, o alzar le mani per la maraviglia.

134. a’ galloni. Ai fianchi.

136. approdava. Giovava.

164. aver fatto Prometeo. Intendi, quanto Prometeo, il quale ebbe ardimento di rapire il fuoco al sole.





CANTO VENTESIMOSECONDO.




ARGOMENTO.

     Del Veglio ucciso piglia la vendetta
Calavrione, e già Parigi assedia:
A soccorrerlo va con gente eletta
Orlando, e vuol provar s’e’ vi rimedia.
Con un lion Rinaldo entra in Saetta,
E in dargli busse e morte non s’attedia.
Ammazzato è Aldinghier. Rinaldo abbatte
Le Amazzoni, e le manda per le fratte.


1 Sia benedetto il figliuol d’Israelle,
     Che fece Cielo, e Terra, e Luna, e Sole,
     E poi mandò giù in terra Gabrielle,
     Tanto gl’increbbe della umana prole;
     Dintorno al quale è sempre Micaelle,1
     E canta fra l’angeliche carole:
     Così, per grazia, eterno, e giusto, e santo,
     Aiuta, Padre, il mio futuro canto.

2 Era già il carro di Febo fra l’onde
     Dell’Oceano, e va verso altra gente,2
     Se vero è pure, quando a noi s’asconde,
     E già la notte fuor nell’Oriente;
     Quand’io lasciai Astolfo, che risponde
     Al messo di Rinaldo iratamente,
     Ovver pur finse, per aver diletto,
     Poi se n’andorno Orlando e lui a letto.

3 L’altra mattina Astolfo s’è armato;
     E dice con Orlando: A spasso andiamo,
     Dove Rinaldo fuor s’è accampato,
     E vo’ con lui quattro lance rompiamo.
     Orlando disse: Io son sempre sellato,
     Parmi mill’anni Rinaldo veggiamo:
     Usciron fuor della città armati,
     Dove sapean color sono alloggiati.