127 A Chiaristante parve il fatto strano;
E disse: Dì che venga in su la piazza
A ritrovarmi questo Galliano,
O vuol con lancia, o con ispada, o mazza;
Vedrem chi fia questo poltron villano,
Ch’io non intendo questa cosa pazza.
Il messo a Astolfo all’ostier ritornoe;
Astolfo armato alla terra n’andoe.
128 L’oste gli pare Astolfo uom molto degno,
E dice: Forse Iddio l’ha qui mandato;
Ma sia chi vuol, ch’io vo’ con questo sdegno
Morir più tosto, che essere sforzato.
E disse: Va, Macon sia tuo sostegno.
Astolfo in sulla piazza è capitato,
E ognun corre a vedere il giostrante;
In questo tempo s’arma Chiaristante.
129 Orlando, che sentito ha già il romore,
Come in piazza era venuto un guerriere,
Il qual provar si volea col signore,
Presto s’armò, per andare a vedere;
Ma l’ostier suo, per non pigliare errore,
Volle che pegno lasciassi il destriere,
Chè non istà degli scotti alla fede:
Poi gliene 'ncrebbe, veggendolo a piede.
130 E disse: torna e ’l caval tuo ne mena,
Come persona libera e discreta.
Orlando scoppia di duolo e di pena,
Chè da pagar non aveva moneta,
E Vegliantin non si reggeva appena;
Questo gli fa tener la bocca cheta,
Non gli par tempo a contender gli scotti,
E disse: Per Macon, ristorerotti.
131 Che solea sempre dar bastoni o spade
All’oste, quando i danar gli mancavano:
Mentre ch’Orlando va per la cittade,
E fanciulli a diletto il dileggiavano,
Chè Vegliantino a ogni passo cade,
E le risa ogni volta si levavano;
Dicendo insin che in su la piazza è giunto:
Chi è questo uccellaccio così smunto?