129 Ch’io son disposto rompergli la fronte,
Però che mio nimico è in sempiterno:
E s’egli è della schiatta di Chiarmonte,
Ed io del sangue son di Salinferno,
E non intendo sofferir tante onte:
Colui che ’l nome suo risuona eterno,
Mambrin dell’Ulivante, anco era nato
Del sangue mio da ciascuno onorato.
130 Disse Orlando: Io non so dove si sia
Rinaldo ancor, ma s’io lo troverroe,
Subito un messo a te mandato fia;
E ’n questo modo andar ti lasceroe,
Ch’al re Falcon non dia più ricadia,18
Benchè malvolentier ti liberoe:
Ma so che tu darai nell’altra rete,
Se con Rinaldo mio vi proverrete.
131 Il Saracin promesse licenziare
Del tributo quel re liberamente,
E fece il campo suo presto levare.
Orlando al re Falcon subitamente
Nella città tornava a raccontare,
Com'egli è salvo e libera sua gente;
E dopo alquanti dì prese comiato,
E lasciò quello al tutto sconsolato.
132 E cavalcando va per molte strade,
Sanza posarsi mai sera o mattina,
E domandando va per le contrade,
Dove stia il re della Bellamarina:
Tanto che giunse un giorno alla cittade,
E quella damigella peregrina
Rappresentava al suo doglioso padre,
Che l’ha gran tempo pianta, e la sua madre.
133 Era vestito a nero la città,
E ’l re con tutti i suoi con molto affanno,
Nè sopra i campanil gridando va
Ne’ suoi paesi più il talacimanno:19
Per le moschee molti uficj si fa
Al modo lor, che di costei non sanno,
Dove perduta sia già stata tanto,
Sicchè per morta n’avean fatto il pianto.