48 Ed avea tolto incenso e mirra prima,
E cassia e nardo, e balsamo, ed amomo,
Ed arsa, e poi rinata in sulla cima.
Quivi è il falcon salvatico, e quel domo,
E l’un par che colombi molto opprima,
E l’altro fa con l’aghiron giù il tomo.
Quivi è l’astor, col fagiano, e ’l terzuolo,
Che drieto alla pernice studia il volo.
49 Quivi era lo sparvier, quivi la gazza,
Che par che si volessi inalberare,
E mentre che fuggia, forte schiamazza;
Quivi è la lodoletta a volteggiare,
E drieto il suo nimico che l’ammazza;
E lo smeriglio si vede squillare
Di cielo in terra, e la rondine ha innanzi,
E par che l’uno all’altro poco avanzi.
50 Quivi si vede i grù volare a schiera,
E quel che va dinanzi par che gridi;
E l’oche han fatto alla fila bandiera,
E come questi par che l’una guidi:
Quivi è la tortoletta a primavera,
E par che in verdi rami non s’annidi,
Più non s’allegri, e più non s’accompagni,
E sol nell’acqua torbida si bagni.
51 Quivi si cava il pellican del petto
Il sangue, e rende la vita a’ suoi figli:
Evvi lo stando e la starna in sospetto,
Ch’ogni uccel che la vede non la pigli;
E ’l nibbio si vagheggia a suo diletto,
A ogni mosca chiudendo gli artigli;
E gira l’avoltoio, e l’abuzzago;
E ’l gheppio molto del vento par vago.
52 Ed anco il milion si va aggirando,
E la ghiandaia va faccendo festa,
E la gazza marina vien gridando,
E scende in basso con molta tempesta;
E la cutretta la coda menando
Si vede, e rizza l’upupa la cresta;
Quivi si pasce di sogni il moscardo,
Perch’e’ non è come il fratel gagliardo.