109 Mai non si vide falcon peregrino
Voltarsi così destro, o altro uccello,
Come Rinaldo fece Vegliantino,
O come il conte Orlando fe Rondello:
Maravigliossi il gran re saracino
Dell’atto fiero e valoroso e bello:
Rinaldo volse a Vegliantino il freno,
E così il conte, in manco d’un baleno.
110 Un mezzo miglio s’eran dilungati,
E ritornavan con tanta fierezza
Ch’e’ Saracin dicien tutti ammirati:
Folgore certo va con men prestezza;
Se questi son pel mondo ricordati,
È ben ragione, e se Carlo gli apprezza.
Erminion tenea ferme le ciglia,
Chè gli parea veder gran maraviglia.
111 Ma quello Iddio che regge il mondo e’ cieli,
Mostrò ch’egli è di giustizia la fonte,
E quanto egli ama i suoi servi fedeli:
Mentre che Vegliantin va inverso il conte,
Par che in un tratto se gli arricci i peli,
E volse indrieto a Rinaldo la fronte,
Come se ’l suo signor riconoscessi,
E d’andar contra a lui si ritenessi.
112 Gridò Rinaldo: Che diavolo è questo?
Voltati in drieto; che fai tu, rozzone?
Orlando gittò via la lancia presto:
In questo apparve alla riva un lione,
Il qual poi ch’ognun vide manifesto,
Ebbe di questo fatto ammirazione.
Il fer lione a Orlando n’andoe,
Ed una zampa in alto su levoe;
113 Nella qual’era una lettera scritta,
Che Malagigi a Orlando mandava;
Orlando la pigliò colla man dritta,
E come l’ebbe letta, sogghignava.
Rinaldo colla mente irata e afflitta
Di Vegliantin di subito smontava;
Vide il lion, che gli pareva strano,
E come Orlando il brieve aveva in mano.