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canto nono. 171

53 E corse presto Dodone abbracciare,
     E mille volte domandò d’Orlando;
     Dodon gli dice, come e’ vuole andare
     In Francia, e come e’ lo manda pregando
     Che in Danismarche lo vadi a trovare:
     E tutti insieme vennonsi accordando
     Che si raguni il lor popol pagano,
     Per dar soccorso presto a Montalbano.

54 In pochi dì fur fatte molte squadre,
     Per dover tutti inverso Francia gire.
     Meridiana dice: O caro padre,
     Non mi volere una grazia disdire:
     Io vo’ provar le mie virtù leggiadre
     In Francia, ben s’i’ dovessi morire:
     S’io debbo aver da te mai alcun piacere,
     Fa’ ch’io sia capitan di nostre schiere.

55 Re Caradoro avea tanto disio
     Di ristorar23 del beneficio antico
     Rinaldo e gli altri, che rispose: Anch’io
     M’accordo al tuo parer; però ti dico
     Che tu ti vadi col nome di Dio,
     Perchè Rinaldo è stato buono amico:
     Quando fu tempo, ci dette il suo aiuto:
     Di ristorarlo al bisogno è dovuto.

56 Orlando ed Ulivier siccome amici
     Ci hanno trattati, sa tutto il mio regno,
     Ne’ casi avversi, miseri e 'nfelici:
     Adunque il priego di Dodone è degno,
     E ricordar si vuol de’ benefici,
     Ch’essere ingrato Iddio l’ha troppo a sdegno.
     Merediana fu troppo contenta,
     Che in dubio stava alla risposta attenta.

57 E poi si volse a Morgant, e dicia:
     E tu con meco, gigante, verrai.
     Dicea Morgante: Da tua compagnia
     Non dubitar ch’io mi diparta mai;
     Così ti giuro e do la fede mia.
     Disse la dama: Io ne son lieta assai;
     Parmi mill’anni rivedere il conte,
     E l’ardito Rinaldo di Chiarmonte.