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prefazione dell'annotatore. xv

l’Autore, come prende a sostenere Torquato Tasso, affermando che il Ficino ebbe parte in quello solo dove per forza d’incanto Malagigi costringe un demonio a portar Rinaldo e Ricciardetto in tre giorni dall’Egitto in Roncisvalle. Ma per asserir ciò non vi è altro argomento se non quello solo che Astarotte parla molto di cose teologiche. Ma perchè non poteva il Pulci stesso essere in quelle versato? molto più che esse erano in quei tempi più che al presente diffuse anche fra i laici? Insomma, oggimai non è più da dubitare che il Morgante non sia parto del bizzarro ingegno del Pulci, il quale compose, oltre a questo, un altro Poema intitolato il Driadeo, che pur taluno volle attribuire a Luca fratello suo. Delle altre opere di lui ci rimangono una raccolta di Odi, Canzoni e Sonetti alquanto licenziosi, il Credo, le Rime, la Frottola, la Confessione, un Capitolo sopra il Popule meus, i Sonetti alla Croce e a Gesù Cristo, e una Novella a Madonna Ippolita, figliuola del duca di Calavria. Questo solo sappiamo della vita e delle cose del nostro Luigi. Or non ne rimane che volgere una novella esortazione agli studiosi della lingua nostra, affinchè da questa ricca miniera vogliano cavar largo tesoro di belli ed eletti modi del toscano parlare. E poichè il senso morale di un componimento non debbe mai venir trascurato, apprendano i leggitori, come nel Gigante che alle parole di Orlando si converte, e si rende cristiano, e si fa suo scudiere, intese per avventura il Poeta di simboleggiare (e questo pure è concetto del Foscolo) la forza brutale che cede al potere della religione.