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1certi colpi come di uno che vada picchiando nella parete o
battendo alla porta o facendo rotolare una palla pel cortile e
per tutta la casa 2, e di spesso pure, segnalatamente, quando la
vita di colui, che è destinato a morire, non fìi senza macchia,
con ciò che si vede girare attorno alla casa un gatto od un
cane nero, un becco, bestie, che per dirla subito altro non sono
se non il diavolo in persona, che aspetta la sua vittima; alle
volte il diavolo assume pure in tali circostanze la figura di un
vago cacciatore con una piuma bianca sul cappello, e vestito
di un’abito verde. Se apparizioni simili continuano in una
casa anche dopo la morte di qualcheduno, oppure se di notte
tempo si vede ujia fiammicella turchina sulla tomba fresca, è
segno, che l’anima del defonto per qualche colpa commessa
durante vita non potè ancora entrare nel regno de’ cieli e perciò
si deve soccorrerla con tutte le divozioni possibili; tuttavia alle
volte anche il suffragio è inutile, lo spirito tormentatore accompagna
le sue apparizioni non interrotte con fracasso e rumore,
il che è segno, che l’anima è condannata a rimaner su questa
terra sino ad un certo tempo, per lo più fino al giudizio universale.
In occasione simile l’unico mezzo per liberar la gente
della casa, che lo spirito visita ed inquieta, dalla tribolazione
continua consiste nel rimettere la cosa nelle mani di qualche
frate cappuccino, il quale secondo l’opinione del popolo lega
l’anima con una corda conducendola poi nelle regioni delle
rupi e delle balze per assegnarle là un certo circolo, cui essa non
può sorpassare; così la popolazione Ladina crede, che i monti
e le rupi siano abitate da anime, che non vennero ancora ritenute
degne delle gioie celesti 3. Ci sono inoltre altre anime,
che vengono confinate nei prati e queste sono anzi tutto le
anime di coloro, che durante la vita rimossero le pietre terminali
de’ loro campi, ed è per questo, che in tali luoghi si
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- ↑ Volksgl. im inn. Bregenzerwalde p. 81. — Mythen und Brauche des Volkes in Oesterreich, (p. 104), von Theod. Vemaleken, Wien, 1859. — Zingerle, Sitten, Brauche und Meinungen d. T. V. (IV. Tod und Geister).
- ↑ *) cfr. Landsteiner, Reste des Heidenglaubens, p. 29.
- ↑ 2) cfr. Grohmann, Sagen-Buch I. p. IS, 26, 251. — Griechische Marcken, Sagen und Volkslieder, v. Bernhard Schmidt, Leipzig, 1877, (p. 25).