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sulla spiaggia, debbasi ravvisare una allusione alle àntiche lotte degli eroi contra questi mostri.

Del pari importanti sono pure le streghe ed appunte le cose spettanti alla malia sono quelle, che meglio delle altre si conservarono nella popolazione ladina. Intorno all’origine delle streghe dice Grimm1: „Le streghe facevano parte del seguito delle dee de’ tempi primitivi, le quali precipitate dalla loro sede da esseri favorevoli ed adorati si trasmutarono in esseri sinistri e temuti, che ora vanno di notte tempo errando e raminghe, convenendo ora invece che in processioni come anticamente in vietati conventicoli coi loro partigiani. " Anche presso i Ladini le streghe non vengono considerate che quali agenti sinistri, incapaci di atti generosi. E qui va fatto anzitutto osservare, che a preferenza sono donne, che si abbandonano all’odioso mestiere di strega, il che è però assai naturale, venendo attribuita la magia già nell’antichità quasi esclusivamente alle donne 2. Tuttavia delle volte si sente far menzione anche di „ strions ", ed è onore speciale di Livinallongo, che anche maschi di quella popolazione si sien dati ad esercitare tale professione. Nei sacri misteri della stregoneria possono essere iniziati le giovani non meno che le vecchie, il che però non toglie, che quasi tutte le streghe siano brutte e schiffose3. Dal contadino sono temute prima di tutto per i temporali e la grandine, che portano e con cui distruggono tutte le speranze del campagnuolo4 ). Per provocarli esse mescolano con una bacchetta nei pozzi, nei ruscelli od in altro luogo contenente acqua; barbottano durante quest’operazione certe parole, che sono prive di senso per ognuno, e non dura lungo tempo, che la gragnuola giunge con tutti i suoi dannosi effetti. Sono esse da temersi anzi tutto nei giorni festivi, nei quali invece d’andar in chiesa fanno lunghe gite portandosi ne’ boschi o sui monti per ritornar

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  1. Grimm, Mythologie II. p. 1007.
  2. Grimm, Mythologie II. p. 991.
  3. Grimm, Mythologie II 1028:» Disse krummnasigen, spitzkinnigen, hangiippigen, schiefzahnigen, rauchfìngerigen Weiber
  4. *) efr. Mythische Grundlage des deutschen Hexenglaubens, p. 22, v. Karl Grozinger; (Jahres-Bericht des k k. Obergimnasiuma in Krems, 1867).