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nascenti forze di un piccolo Stato: se volete combattere contro le armi repubblicane, cessate pria di esser repubblicani voi stessi, o confessate che siete altrimenti i satelliti della tirannide e della ipocrisia.

Francesi! spezzate il velo della politica e rispondete.

Chi volete ricondurre al seggio del potere? I preti, quella razza ostinata che costò tanto sangue e tanti patimenti alla Francia stessa. Rileggete la vostra storia, e conoscerete qual fatal dono ci apprestate.

Sappiatelo una volta per sempre: noi dai teneri fanciulli alla decrepita età detestiamo inesorabilmente la sacerdotale potenza. Voi ce la rendete a forza: ci mettete nella condizione dei popoli chinesi, nella disperazione di maledire quel destino che ci fè nascere in questo suolo. Noi. siamo infelici, perché bersagliati dalla violenza dei potenti, infelicissimi perchè vilipesi e calpesti da quella stessa nazione che fu sempre l’illusione dei nostri pensieri, e l’aurora delle nostre speranze.

Francesi! pria di compiere un’opera esecranda, interrogate questo azzurro cielo che vi ricuopre, questi tappeti di fiori che calpestate, questi gloriosi monumenti che ammirate vi risponderanno che abbastanza furon contaminati dalle sacerdotali nequizie, e dagli orrori di tanti secoli. Interrogate questa fiorente gioventù, queste ammirabili donne, e apprenderete da esse la interminata serie di scostumatezze, di stupri, di seduzioni, e l’assiduo mercato delle coscienze esercitato sfrontatamente dal nero sciame clericale. Dite al colono per chi logora la sua vita? pel prete. Chiedete a chi appartiene un quinto dello Stato? Ai preti. Addimandate di chi sono i più agiati soggiorni, per chi fuman le orientali mense, a chi obbedisce una miriade di servi? Ai preti; ai preti, ai preti!

Francesi! la vostra missione è opera d’inferno: il vitupero che ve ne torna, non ha misura: la gloria passata non basta a compensarlo. Oggi, oggi stesso voi perdete tutto il vostro orgoglio guerriero: i figli dei vincitori di Arcole e di Marengo son fatti i giannizzeri della sagrestia e propugnatori della stola.

Sia maledetta fa lingua che loderà la vostra impresa!

Roma 28 Aprile 1849.

I ROMANI