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ripetizioni? Non è anche questo evidente scgnale d’un intelletto che per vecchiaia comincia a vacillare, ed ha bisogno di essere a poco a poco puntellato da quei ricordi?

Verità, si va dicendo, verità; tutto dev’essere vero; a monte le finzioni. Amici miei, e non è anche questo il discorso dei vecchi, i quali, sbugiardati di quante esser possono le chimere della vita, onde abbellasi e intorno a cui si raggira folleggiando la giovinezza, abbracciano il vero come unico ed estremo loro conforto? Voi credete ringiovanire la poesia togliendo da essa le finzioni mitologiche, ma e non ci vuole una grande freschezza d’immaginazione giovanile a figurarsi la natura insensibile popolata da tanti enti animati, e tutti presti ai bisogni e alle passioni degli uomini? All’incontro per dare alle cose i loro nomi, per concepirle quali esse sono, si richiede una lunga via di esperienza, la quale non può da altri ottenersi che dalla lenta e mez20 consumata vecchiaia.

Se io volessi continuare non la finirei così presto. Quel ticchio di filosofare in tutti i casi, vi pare egli che non entri ancor esso nella sfera delle abitudini senili? Un poctino de’nostri giorni voi vel vedete subito piantar cattedra per lo meno di morale, se pure non voglia mettere il becco in molle nelle scienze legali o teologiche, e ch’è che non è, a proposito del fiorellino che sbuccia, o del rivoletto che mormora, sciorinarvi