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l’occhio, e a quella dell’intelletto, rimaneva campo a spassarsi per una grande e bella varietà di pensieri e di rappresentazioni.
Album di tutt’altra specie, sebbene non portasse un tal nome, possiamo intitolare la bizzarra collezione di storielle, detti frizzanti, e simili, che sappiamo aversi il Lichtenberg compilata, per gettarvi su l’occhio ne’ momenti bisbetici della sua vita; egli che ne doveva avere non pochi, a far giudizio di lui da quanto scrisse nelle proprie Memorie. E tanto mi piacque l’accorgimento di questo prussiano, e ne intesi per modo l’importanza e l’utilità, almeno rispetto a certi naturali inclinati all’ipocondria, che mi sono anch’io creato in un libro una fonte inestinguibile di riso, per l’ore più serie che io m’abbia, raccogliendo in esso tutto quello che mi accade di vedere io medesimo, e di udirmi raccontare di più notabile per insensatezza, o, se si vuole, per semplice stravaganza. Ben è vero che alcuna volta non posso usare questo rimedio, essendo la malinconia tanto grave ed opprimente, e l’animo mio si fieramente occupato, o distratto che dir vi piaccia, da tormi fin anco la ricordanza del libro, o se non altro la voglia di alzarmi di dove giaccio, e di aprirlo per farne lettura.
Chi volesse impiegare un po’ di attenzione, e prender la parola Album in qualche larghezza di significato, si accorgerebbe che, dal più al meno, tutti, quanti siamo, abbiamo il nostro Al-