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aspro, acuto, sporgente, elevato come macigno: ad altri la fantasia non sa dare che nuvole candide, rosee, cave, trasparenti, fuggitive, agglomerate, disperse. La Musa di taluno è sempre bagnata; fiumi, torrenti, laghi, ruscelli, rigagnoli, con la sopraggiunta del mare: di tal altro il veicolo principale delle similitudini è l’orecchio; tutto per esso o stride, o fischia, o geme, o stormisce, o rimbomba. Più vario e più vasto è il campo di quelli che hanno sempre alla mano i fiori o le belve. Dal leone che scuote la rugiada dalle sue chiome, fino alla rana che gracida in riva al fosso; dalla primoletta al girasole i gradi della scala sono infiniti: ma ahi! che a moltissimi tutto è rosa, e la sfiorano in ogni suo petalo più minuto: a moltissimi altri tutto è aquila o cigno, e non gli lasciauo vivi se prima non hanno loro tolto ogni penna. E sonovi anche di quelli a’ quali la natura diede una mente si arida da non poter mai trarne stilla di similitudine alcuna. Parmi udirli gridare, dimenandosi nelle angosce del dotto lor parto: una similitudine! La mia casa, i miei figli per una similitudine! Appunto come Riccardo terzo, presso Shakespeare, gridava, affannato dall’ansietà della vittoria che si vedeva fuggire dinanzi: un cavallo! un cavallo! tutto il mio regno per un cavallo!

Fra le moltissime che si potrebbero fare, ad una sola osservazione voglio arrestarmi, dalla