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     Io pur, mentre più degno amor m’arride,
Di Mirtale liberta ho caro il freno,
Più rigida del mar d’Adria che stride
                              16Entro il Calabro seno.

degli epodi, iv.

Quanta tra lupo e agnello è la discordia
          Tanta è la nostra, o Mena;
Che dalla fune ibera il dorso hai livido,
          E il piè dalla catena.
5A te qual pro dall’oro onde vai tumido?
          Non muta oro il natale.
Mentre la sacra via passeggi in ampia
          Toga, non vedi quale
Quinci e quindi da te distorni un libero
          10Disprezzo al vïatore
La faccia? Chi la sferza de’ triumviri
          Ha stanca, e il banditore
Fe roco, ara in Falerno or mille iugeri;
          D’Appio la via comprime
15Col cocchio, e, magno cavalier, le sedie,
          D’Ottone in onta, ha prime.
Con sì grave che vai rostrato esercito
          De’ schiavi e de’ pirati
A’ danni uscir, se Mena, ahi vituperio!
          20Tribuno è de’ soldati?