Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
395 |
Io pur, mentre più degno amor m’arride,
Di Mirtale liberta ho caro il freno,
Più rigida del mar d’Adria che stride
16Entro il Calabro seno.
degli epodi, iv.
Quanta tra lupo e agnello è la discordia
Tanta è la nostra, o Mena;
Che dalla fune ibera il dorso hai livido,
E il piè dalla catena.
5A te qual pro dall’oro onde vai tumido?
Non muta oro il natale.
Mentre la sacra via passeggi in ampia
Toga, non vedi quale
Quinci e quindi da te distorni un libero
10Disprezzo al vïatore
La faccia? Chi la sferza de’ triumviri
Ha stanca, e il banditore
Fe roco, ara in Falerno or mille iugeri;
D’Appio la via comprime
15Col cocchio, e, magno cavalier, le sedie,
D’Ottone in onta, ha prime.
Con sì grave che vai rostrato esercito
De’ schiavi e de’ pirati
A’ danni uscir, se Mena, ahi vituperio!
20Tribuno è de’ soldati?