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pattuite forme del vivere per una via insolita e conceduta. Le maschere furono trovate, e giovaDO a questo fine. Da ciò si conosce come, facendo servire esse maschere a mire troppo particolari, e diremo anche nella loro ridicolosità troppo serie, si guasta l’originaria purezza di questo passatempo, e si fa rientrare nel circolo dell’uniformità della vita sociale anche questa invenzione, con cui gli uomini avevano cercato di svincolarsene per alcune ore.

Io non amo punto le maschere che covano un disegno, ossia non credo che formino allora più parte delle beffe del carnovale; ma debbono aversi per un travestimento che può esser fatto, da chi ne abbia voglia, in qualunque stagione. Prendete un abito qualunque che non sia il vostro, imbacuccatevi fino agli occhi nel vostro mantello, abbassate il cappello o il berretto fin sopra il naso; andatevene a passo o lento, o affrettato, fuori dell’ordinario, per vie poco frequentate, in ore sospette; trasmodato nella voce e nella fisonomia, dal sospetto, dalla collera, dall’amore; non ci avete bisogno di maschera, De di attendere il carnovale, ad apparire diverso da quello che vi mostrate agli altri uomini comunemente.

Ma quando senz’altro motivo determinato, fuor quello di divertirvi come più incontra, vi lasciate andare all’esagerata imitazione dell’abito, e del fare di tale o tal altra nazione, di ta-