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na, quando sono Zerbini duellanti a difendere le ragioni di una sciatta Gabrina.

Quando si dice di badare al significato dei vocaboli in generale, non si dice abbastanza per cansare le dispute irragionevoli: egli è da badare eziandio a quel significato particolare che hanno i vocaboli stessi per ciascheduno individuo; vuoi degli uditori se parli, vuoi de’ lettori se stampi. Questo significato generale procede da molte cagioni, delle quali mi contenterò di accennare le principali, chè il notarle tutte sarebbe troppo lunga, e forse non punto util fatica. Conferiscono alla particolare significazione de’ vocaboli, che abbiamo ultimamente avvertita, le circostanze più minute della vita, degli studii, della condizion nostra, molte volte la sanità stessa, il temperamento, e fin anco la materiale conformazione de’ nostri organi, e specialmente dell’udito. Potrei entrare negli esempi, ma non parendomi punto difficile ai miei benigni e intelligenti lettori il trovarli, me ne astengo per ora, riserbandomi a toccarne qualcuno sul termine del mio discorsetto.

Il computo fallace che si fa dalla più parte de’ parlanti e degli scriventi sta in questo, che si crede dover avere i vocaboli quella stessa efficacia per gli altri che hanno per noi. Mi si risponderà: e quando gli uditori sono parecchi (e i lettori il sono pur sempre, almeno per quanto giova supporre a chi scrive) che misu-