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Qui forse si domanderà da taluno che guisa di utilità sia possibile lo sperare che venga ritratta da siffatti esercizii. Molte cose si potrebbero rispondere, cominciando prima dal definire, secondo la diversa loro natura, tutti i varii generi di questa scherzevole letteratura, Potrebbonsi quindi indrappellare i grandi autori secondo la diversa specie di tali giuochi da essi amata di preferenza. Il Petrarca, a cagion d’esempio, molto celebre freddurista, fu anche appassionatissimo per l’acrostico, e a chi abbia un poco di cognizione, del suo canzoniere le citazioni si farebbero meglio stucchevoli che necessarie. E l’Ariosto, pur sì guardingo nel confessare i suoi amori, allora che palesava il suo desiderio d’incoronarsi con rami di ginepro, pianta non punto solita a farne ghirlande, diede cagione di sospettare che al culto dell’Alessandra, o prima o dopo, ma prima probabilmente, avesse accoppiato quello d’una J Ginevra. Di qual casato, e per quali accidenti, non è qui luogo ch’io tolga a narrarvi, miei pazienti lettori. Ma tornando ai varii generi di giuocolini finora ricordati, posta la definizione di ciascheduno di loro, vedrebbesi qual diversa utilità possa ritrarsene. E qui, anzichè un articolo di giornale, ne avremmo facilmente un volume più che discreto. Sicchè io mi penso passarmela per questa volta di tutte le definizioni e conclusioni possibili, e limitarmi ad alcuni vantaggi che in generale possono credersi proprii di tali scherzi.