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se ne faccia uso in discussioni più gravi, tutta alla perfine si fonda la scienza del ragionare. Quelle topiche, di cui menarono tanto rumore e per tanti secoli gli scolastici, chi voglia considerarle alquanto spassionatamente, e assegnar loro non più che il debito pregio, non hanno grandissima relazione con questi giuochi? Oh! quelle tante formule, e categorie, e particole logicali, che imprunano ai giovanetti la strada del raziocinio, e costano loro tanta inutile e inumana fatica. che altro sono, a decomporle nei loro veri principii, che sciarade e logogrifi e anagrammi, senza l’amenità della rima?

Chi sapesse coraggiosamente lanciarsi fra il buio delle controversie erudite troverebbe innumerabili argomeuti, tra prestigiosi e tra veri, a provare che il costume di velare con modi industriosi una qualche sentenza o racconto è almeno tanto antico fra gli uomini quanto il bisogno di conoscere la verità, e la compassionevole loro avversione a vagheggiarla nelle sue più schiette sembianze. La lingua dei geroglifici ne sia una prova. Consultinsi inoltre i responsi degli oracoli, le bizzarre ambascerie onde alternarono fra loro insulti e minaccie parecchi popoli antichi; e quando tutto questo non basti, si esamini la lingua che chiamerò monumentale, non sapendo meglio, di cui si giovarono le nazioni primitive a tracciare dei fasti della loro storia la terra ed il cielo. Non voglio tacere che a que’ popoli