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poco meno che bella ai vostri occhi. «Ecco il concetto della Lugrezia Borgia. E sia ringraziato Dio, che questa volta non bisogna indovinare la mira dell’opera, dacchè il poeta stesso ce la dichiara tanto spiatellattamente. Ma, domando adesso primieramente, con questo dramma vuolsi fare l’apologia dell’amor materno, o indurre negli animi la compassione per le morali deformità? Prego i lettori a ricorrere le parole dell’illustre poeta, e vedere se sia irragionevole la mia domanda.

Se l’apologia dell’amore materno; il mezzo trovato è desso il più opportuno e il più degno? So benissimo che in forza dei contrasti balza all’occhio più netta una verità; ma qui le parti non hanno addentellato; la sozza libidine e la brutale ferocia della duchessa non legano punto, nemmeno per la ragione dei contrarii, col nobile sentimento che vuolsi influire nel corrotto suo animo. Nou è amalgamamento d’umori assimilativi, è vernice che potrà bene esser lucida, ma rimarrà sempre superficiale, e non sarà mai imbevuta dall’interna sostanza del corpo sul quale è distesa. L’apologia dell’amor materno l’abbiamo, a tacere esempi men noti, nell’antichissima Merope; e l’affetto paterno fu ringiovanito con arte mirabile dallo Scribe, nel Filippo. In quest’ultimo, il fallo che precede l’esercizio di un sacro dovere è di sua natura in armonia col dovere medesimo, e il poeta, a