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screzione, senza la quale ogni frase può chiudere un’allusione mordace, ed ogni scrittore venire accusato di malignità.

Que’ signori, che se la prendono con tanto calore contro questi scherzi presumerebbero forse aver detto il vero quando li compresero tutti nella generale definizione di abusi d’ingegno? Concediamo, che molte volte sien tali, ma l’appropriare alla generalità di siffatti scherzi ciò ch’è riferibile non più, che ad alcuni, ci sembra ingiustizia. Ciò, che si crede comunemente della loro storia (ossia, che vengano compagni alla depravazione del gusto, e succedano a tempi di più squisita cultura letteraria), essendo contrario alla verità, dimostra abbastanza quanto poco attentamente abbiano que’ signori considerata la cosa. Vediamo per lo contrario, che queste artifiziose combinazioni di parole precorsero la formazione, o almeno il perfezionamento de’ linguaggi; ne troviamo luminosi vestigii in tempi, e presso nazioni di cui non puossi assolutamente mettere in dubbio la semplicità. Crederei per questo, e per altre ragioni, che ognuno saprà ritrovare da se solo assai facilmente, che tali scherzi, o peggio, come altri li chiama, del nostro intelletto possano molte volte considerarsi come sussidii concessi alla memoria per imprimere in essa alcun, che con maggior efficacia, e come opportunità colle quali sono resi abituali alla mente certi raziocinii, certi confronti, certe classificazioni, sulle quali, ove