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mezzo le conversazioni sono più da compiangere che da istruire. Le conversazioni, chi non sia più che balordo, sono fatte pei primi approcci, per le scoperte superficiali semplicemente. Si disegnano quivi, se vuoi, anche le vittime; ma il luogo del sagrifizio è meno palese, le armi meno lucenti. Gl’inchini, i sorrisi, le scosse di capo, sono monete la cui falsità è troppo omai conosciuta; altre ve ne hanno che si spendono di soppiatto, e la cui lega dimanda una chimica assai più paziente ed esercitata ad essere conosciuta. Forse che io ve ne parli un’altra volta un poco più alla distesa.
II.
INDOVINELLI, SCIARADE, LOGOGRIFI, ANAGRAMMI, POLISENSI, ACROSTICI, FREDDURE ec. ec.
Molte cose vengono dagli uomini prese sul grave, le quali non più meriterebbero che un sorriso; e all’incontro gli vediamo assai volte sorridere di quelle cose intorno alle quali ogni più seria riflessione non sarebbe soverchia. Conosciamo chi aggrotta le ciglia, e si accarezza la nuca prima di proferir sentenza intorno il merito di un’attrice; e chiamato a dar giudizio di un fatto ove la onestà altrui sia compromessa, si cava bravamente d’impaccio con dire: quanto a ciò,