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a mezzo il cammino, ma pur sempre cammina, non foss’altro verso la tomba, e allora solamente ha cessato di dar passo dopo passo quando è giunto ad adagiarsi fra le ceneri dei suoi padri. Molti s’illudono di riposare, e sono da rassomigliare a quegli uomini che, vedendo coll’occhio della loro speranza sorgere il sole ogni mattina, e ogni sera corcarsi, si figurano che la terra fosse immobile e il sole le circolasse all’intorno, e intanto si rigirano senza posa con essa.
Ma queste sono considerazioni troppo malinconiche: pure la malinconia è quella stessa che troverete nell’essenza d’ogni vostro piacere, solo che vi facciate alcun poco a smidollarlo. Che cosa sarebbe una contentezza che non fosse stata preceduta dal desiderio, quand’anche non avesse potuto avervi luogo la speranza? Di qui quel fondo di tristezza, quel non so che di amaro che sorge di mezzo agli scherzi e che ci attrista, secondo scrisse il poeta della natura, anche nel seno dei fiori. E mi sono arrestato al passato perché si vegga, che un compiuto diletto non sarebbe possibile all’uomo quando anche non avesse imminente e terribile l’immaginazione dell’avvenire. Potrà essermi opposto che questo discorso si regge ove trattisi di pensieri, ma non è poi di una eguale forza ove trattisi d’azioni. Ma che cosa è azione scompagnata dal pensiero? E mentre l’uomo fa tal cosa, non pensa egli forse a tal altra? E quella che