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pur mezzo il cammino prefisso che già il freddo le coglie, e rimangono intirizzite tra via. Esplora quindi, specola quinci: bada a questo, guarda a quest’altro; ogni loro divisamento riesce in nulla. Conchiudasi: egli si ha da scegliere il momento opportuno, checchè sia quello a cui ti poni, ma questo momento essendo uno solo, egli è da vedere che non passi tutto in semplici deliberazioni.
Fabio, egli è vero, coll’indugiare tornò in sesto le sconciate fortune della repubblica, e questo va bene che si ricordi; ma vuolsi ricordare anche quest’altro: mentre in Roma si delibera, Sagunto perisce.
V.
IL PRESENTE.
Con ragione si declama contro quei filosofi, antichi o moderni che siano, dettino in prosa o in versi le loro lezioni, che consigliano gli uomini non d’altro affannarsi che del presente, come da quello da cui possano rimanere tocchi, e su cui, per certa tal qual maniera, tengon la mano. Non so per altro se siasi da molti, e molte volte considerato quanto possa essere soverchio un tale rimprovero. A che riferendomi col presente articolo non vorrò già distorre gli scrittori dall’inveire contro chi fa troppa stima del presente, con grave scapito della esperienza e dell’avvedimento che