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possiamo dire e possiamo fare, egli è nulla rispetto a quanto può esser fatto dal Tempo; e noi con tutta la nostra albagia e con tutti gli empiti nostri, sia per dare la spinta, sia per far puntello, non più adoperiamo che la forza di un dito. Non consiglio per questo di starsene colle mani alla cintola, bensi di operare con molta mitezza e rassegnazione.

III.

L’OZIO.

S’intende per ozio generalmente il non far nulla: ma c’è un’altra guisa d’ozio meno avvertita, e della quale ci hanno più frequenti esempi fra gli uomini d’ogni età e d’ogni condizione. Dico d’ogni età e d’ogni condizione, perchè sonovi età e condizioni da cui sembra che l’ozio dovesse rimanersi sbandito. Credo non inutile un qualche esame sopra questa specie di oziosità.

Prima di entrare a discorrere, mi sembra necessario di richiamare alla mente de’ miei lettori il dialogo tenuto da Cinea al Re Pirro, quando questi, impaziente di starsene entro i confini del paterno retaggio, aveva già dati i primi passi nel cammino di quelle imprese a capo le quali gli venne trovata la sepoltura. Mentre dunque re Pirro vagheggiava tra sè le conquiste che proponevasi di tentare, vennegli innanzi Cinea con-