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lo è il danno chea tutti proviene dall’inquietudine e dalla soverchia rattezza,

          Che l’onestade ad ogni atto dismaga.

C’è tempo adogni cosa; acchetiamoci alle leggi del Tempo, che tutto rapisce e tutto conduce. Affrettandone l’opera ci può accadere di sconciarla, quando la perfezione non può venire d’altronde che dal Tempo. Nè la perfezione soltanto, ma ci hanno pur cose, le quali, non che perfezione, senza il tempo non avrebbero nemmeno cominciamento. Io li veggo talvolta certi uomini, che credono tulto potere, affaccendarsi a puntellare l’edifizio della loro vanità che minaccia rovina; e per altra parte altri uomini, desiderosi di trovarsi presenti a quella caduta, dar d’urto ne’ fianchi delle muraglie per affrettarla. Sono questi e quelli salvo fanciulli, che con arginature di creta e cannucce intendono arrestare il torrente nella sua maggior fuga; o con una scossa che danno ad un albero antico e ben radicato si avvisano smuoverlo e porlo in terra? Che nce avviene pertanto? Sì gli uni che gli altri rimangono schiacciati dalla rovina: quale, per averla anzi tempo tentata, rimanendo accoppato da qualche tegola o da qualche pietra separatamente caduta; quale, per averla discreduta ostinatamente, lasciandovi sotto la vita, quando venner meno tutti i sostegoi, e le compagini tutte furono disciolte. Abbiamo un bel dire, cun bel fare: ciò che noi