Pagina:Prose e poesie (Carrer) III.djvu/77


65

d’accordo le due massime, opposte nell’apparenze, che abbiamo a principio allegate. La prima doversi riferire alla teorica, alla pratica la seconda: ossia doversi quando trattasi di teorica procedere colla severità più scrupolosa; quando di pratica, concedersi una larghezza maggiore di eccettuazioni e di possibili anomalie. Nel primo caso il tenersi nel giusto mezzo significare, non essere da chi vuol porre certi e durevoli fondamenti al proprio sistema l’inchinare a questo e a quel lato, sia desso il destro o il sinistro, ma doversi mantenere incrollabile ad ogni vento; nel secondo caso tanto significare i tiepidi doversi attendere d’esser rigettati, quanto richiedersi nell’applicazione dei generali principii alle azioni individue discrezione infinita, in quanto la fredda lentezza dello stabilire le massime astratte deve cangiarsi in viva sollecitudine quando trattasi di praticarle.

Ammessa questa distinzione, ne conseguirebbe un senso molto corrispondente anche per l’altre due sentenze da noi ricordate in secondo luogo. Per la prima (altro essere il detto, altro il fatto) s’intenderebbe doversi avere riguardo a questa difficoltà congenita alla nostra natura e quindi usare non poca indulgenza nel giudicare intorno a quanto si opera da’ nostri fratelli, quand’anche dissentissero colle azioni da quanto suonano le loro parole: la seconda (esser bello che almeno si regga ne’ sani principii chi vacilla più