Pagina:Prose e poesie (Carrer) III.djvu/76

64

effetti sono più sensibili a fatti, ma inoltre in tutte l’altre parti dell’umano sapere. Nelle cose morali egli è facile a intendere come dovendo l’uomo attuare, le più volte a proprio costo, quei nuovi principii, che collo spendio di poche parole aveva sciorinati in astratto, il cuore rimanga addietro alla lingua, e non solo rimanga addictro, na tenga cammino del tutto opposto

Tu ver Gerusalemme, io verso Egitto;

ma su ciò che non è morale, onde questo bisogno di contraddire a se medesimi? Molte per verità potrebbero essere le ragioni, ma la principale è senz’altro la nostra ambizione, per la quale, pur di dire alcuna cosa che odori di novità, o per lo meno d’insolitezza, poco ci curiamo dell’utile che ne dee pervenire ai nostri fratelli. Le son nubi che abbracciate, la non è Giunone, i miei cari uccellatori di fama: che importa? Ci saranno pure quei gonzi, a’ quali parrà tornato dagli amplessi celesti chi si travagliò miseramente fino a quell’ora colle ingannevoli creature dell’aria. Gridi pure il sermonatore

Oh immortalità di fien di prato!

Il volgo, che tanto capisce di que’ sermoni, quanto delle astrazioni, s’inchina al biasimatore ed al biasimato con la medesima riverenza.

Ma veniamo al fatto del nostro articolo. Ecco in qual modo a noi sembra di mettere fra loro