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  1. L’uomo è animale ragionevole, ma non si briga gran fatto di parer tale.
  2. Se deve usare della propria ragione, il fa più tardi e più alla sfuggita che gli è possibile.
  3. Fra gli argomenti intorno a’ quali fa uso della propria ragionc, sceglie quelli che sono i più frivoli.
  4. Non mai si sbraccia con più calore a metter fuori la sua ragione d’allora ch’egli ha torto.

Da queste quattro conclusioni si passa naturalmente a queste altre:

  1. L’uomo è modesto in proposito di ragionevolezza.
  2. È indifferente in proposito di giustizia.
  3. Si appassiona per le cose da nulla.
  4. Persiste con tutto valore nel proprio torto.

Certo da queste conclusioni non ci guadagna gran fatto l’onore della nostra specie; ma vuolsi avvertire che le non sono generali, e non poche eccezioni possono essere suggerite a ciascuno dalla propria memoria, e dalla pratica della vita.

Quanto a quelli poi che trovassero prive affatto di fondamento le nostre osservazioni e le conclusioni che ne abbiamo tratto, veggano di rileggere la quarta; e con un poco di pazienza, quando tutta non sia loro fuggita, si contentino di esaminare se nulla sia in essa contenuto da poter riferire a sè stessi.