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viglio, quanto del come e del quando si usi dagli uomini la ragione. Lasciarla dormire è pur qualche cosa; ma il destarla per un nonnulla, per forzarla, se fosse possibile, a dir sorbo il fico, e gambaro il ramarro, egli è qui che la pazienza mi fugge. Non sarebbe agevole il dichiarare in un libro le ragioni per cui gli uomini s’insidiano continuamente negli averi e nell’onore, per cui si ammazzano anche talvolta poco fraternamente; il più di quelle ragioni si troverebbero contro ragione. Facilissimo all’incontro, almeno chi stesse al discorso della più parte, sarcbbe l’allegare le varie e gravi ragioni per cui un ballo si deve tenere piuttosto ad una che ad un’altra ora, in questo meglio che in quel luogo; ovvero perchè nel fare una riverenza giovi piegarsi piuttosto nel collo che nelle reni, e battere tacco a tacco in luogo di strisciare il terreno con uno de’ piedi. O qui si le categorie di Aristotile non tornano inutili, e le formule logicali di Pietro Spano fanno bellissima prova!

A questioni che a taluno potrebbero sembrare d’una importanza assai grande basta il rispondere con un sarà, perchè no? e somigliante: ma in quelle di cui parliamo si vuole toccar fondo, esaminar l’argomento per ogni suo verso. Guai a chi prendesse siffatte cose leggermente, o ne parlasse a casaccio! Questi soggetti sono da prendersi e continuarsi per filo, le indu-