Pagina:Prose e poesie (Carrer) III.djvu/70

di trarnela fuori dalla sua abituale dimenticanza, e metterla in azione, si ode rispondere: lasciamo da parte queste malinconie, che importa di queste sottigliezze, prendiamo la cosa alla buona (il qual prendere le cose alla buona significa senza ragionarvi sopra più che tanto). Che cosa vorrebbe significare mai questo? Che la ragione sia un peso, anzichè un dono? Che l’uomo sia condannato a portarla attorno per tutto dove chi’ei vada, con quello stesso gusto che sembra debba averc la testuggine a trascinare il faticoso guscio che la coperchia? Per l’onore della mia specie sono ben lontano dal pronunziare siffatta sentenza.

Lasciando stare i perchè, pianta di spezie sì variate e moltiplici da reputarsi ben fortunato chi giugne a conoscerne l’esatta e scientifica classificazione, mi contento dei fatti; ed è pure un fatto che gli uomini usino raramente, e il più di queste rare volte, con una specie di repugnanza, della propria ragione. Che altro voleva significare il maligno censore di Sinope, andando attorno colla lanterna di bel mezzo giorno? Era forse l’uomo che E mangia e beve e dorme e veste panni, di cui cercava con tanto ansiosa curiosità? Ciò faceva per dimostrazione del trovarsi tra la calca di quelli.

Pure, vedete, non è tanto di ciò che mi mara-