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detto ragionamento; e mentre ce ne andiamo, come su gruccie, appoggiati ai nostri infallibili sillogismi, il piede ci falla e battiamo terra. I fanciulli hanno poche idee, se volete, ma le più necessarie, ma distinte, appunto perchè poche e perchè necessarie, e quelle poche non facendo ingombro ai loro giudizii, ragionano forse meglio di noi. Oh! siamo ancora al perchè sì: è forse per questo che vogliamo farsi beffe del loro discorso? Certo che non domandano, nè otterrebbero diplomi di dottore: ma forse opporrebbero a chi porta in testa la laurea certe loro ragioni da far mutola, o per lo meno diffidente di sè medesima, la sapienza togata.

Vi è tra’ miei lettori chi sia venuto a contesa coi fanciulli sopra gravi argomenti? E intendo parlare di quei fanciulli, ai quali non fu alterata per tempo la naturale dirittura delle idee; infondendo nel loro piccioletto cervello cognizioni precoci: intendo parlare di que’ fanciulli che riferiscono a soggetti più elevati la spontanea dialettica che adoperano nei loro giuochi, garrendo il compagno, o ventilando con esso qualsivoglia quistione. Chi ebbe la pazienza di attendere all’acume con cui colgono il lato debole d’una risposta, alla finezza con cui indovinano il manco d’una idea sottintesa, alla ingenuità con cui sciolgono gl’intrichi di un vostro sofisma, dovrà confessare che le mie parole non sono punto disformi dal vero. Oh quante volte