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detto a Livio di mettersi a tale o tal altra impresa, fin tanto che il giorno della prova era lontano, e non vi avea altro da spender che parole, lo avreste udito rispondere: fate capitale di me, e della volontà mia più deliberata; ma oggi che siamo al fatto, oggi che possono annoverarsi tutti gli ostacoli, risponde: serbate l’opera mia pel caso disperato; se pure allora si lascierà trovare in casa.

E i vapori frapposti che ingrandiscono a dismisura gli oggetti che sono da essi avviluppati? Non ci si vede chiaro l’intenebramento degli intelletti quando la passione se n’è impadronita? Voi potete ben credere, lettori mici, ch’io non amo di guadagnarmi il bel titolo di seccatore, e che per altra parte ho in molta stima la vostra sagacia continuate dunque, se vi garba, il confronto di per voi stessi; se ne siete ristucchi, cessate, e buon per me se me ne sono avvisto per tempo.


XI.

FILOSOFIA DEI FANCIULLI.

Io gli amo i fanciulli, novellizie dell’avvenire, destinati a subentrare nel cammino delle lagrime e dei desiderii, che la più parte di noi, senza aver ancora imparato a conoscere, ha forse più che mezzo varcato. Io porto molta invidia ai fanciulli, e vorrei farmi alla loro scuola più assai