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potrebbe trarre qualche utile avvertimento. L’occhio, a modo d’esempio, quanto all’ingannarci, non la cede a verun altro stromento delle nostre sensazioni. Fermiamci ad alcune delle illusioni più comuni che da esso ci siano prodotte.
Siamo in barca o in carrozza: chi badasse a quanto gliene dice la semplice vista, non avrebbe ragione di credere che gli alberi, le case, e tutte intere le rive fossero esse pure in un continuo movimento di fuga? Passiamo al morale. Trasportati da qualche impetuosa passione, che avanza nel corso ogni più veloce barca e cavallo, assai facilmente si attribuiscono agli altri quelle commozioni violenti onde siamo agitati noi stessi. Come i sordi sono soliti di parlare a voce altissima, del pari l’uomo malizioso sta in guardia ad ogni parola che gli sia detta, per vedere se contenga nessuna coperta allusione, nessuna recondita insidia. Il focoso Roberto vede in ogni minimo atto di quegli con cui viene a parole una minaccia; e come egli sta per menare le mani, gli sembra già che quelle del suo avversario siano in moto per fargli offesa. Calpurnia, ambiziosetta anzichè no di quella bellezza che la natura non gli volle concedere che molto incompletamente, in ciò stesso ond’ella difetta trova difettose le persone con cui conversa; con tanta ragione con quanta sembra a chi naviga o trotta che i boschi e le colline navighino o trottino in sua compagnia. Io, fatto esperto da reiterate osservazioni, voglio d’ora innanzi quando taluna