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lazioni, e di là trarne sufficiente materia alle nostre sentenze. Dal rinnegare un tal metodo, che deve senza dubbio considerarsi come il più sano e sicuro, ne nacquero e nasceranno, fino a che la nostra spezie non sia notabilmente cangiata, tutte le ipotesi e i mostruosi delirii dell’umano intelletto.

Tutto all’opposto facciamo, riguardo alle nostre passioni. Non sappiamo negare che non alteriuo esse in sommo grado le relazioni delle cose, se non altro rispetto al nostro particolare; e tuttavia non sappiamo mai liberarcene intieramente, e molte volte poniamo queste relazioni, individuali al nostro animo, come fondamento assolutamente necessario al nostro discorso. La formula allora dei nostri ragionamenti è di quest’altra maniera: lasciando da parte le astrazioni, venendo al concreto, senza perderci in questioni raetaGsiche. Tutto questo, a chi bene intende, ha il seguente significato: considerando le cose secondo le veggono i miei occhi, usurpandomi r esclusivo diritto di sentenziare, facendo norma generale ai giudizii il mio sentimento particolare.

Di qui conseguenze e delirii non meno funesti dei primi, quantunque nati da opposta cagione.

Chi ragiona nella maniera che abbiamo finora descritta, in cambio di dire: considerando la cosa in se stessa, sarebbe bene che dicesse, considerando la cosa in me stesso. Questa proposizione racchiuderebbe in sè un principio di ve-