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importante si è il modo più proprio a conservare gli amici. La durata è la dimostrazione della convenienza delle amicizie: l’amicizia, disse taluno, è come i titoli gentilizii, tanto più preziosi quanto di più antica data. Nota Plutarco, che siccome il cibo nocivo e noioso allo stomaco non può ritenersi senza che t’anuoi e generi corruzione, così il malvagio amico stando teco t’infastidisce o rimane infastidito. Questa immagine può trasferirsi eziandio a significare il malo effetto della soverchia sollecitudine nelle amicizie. A tempo mostrarsi, ritrarsi a tempo; compartire l’ombra e la luce, il gelo e il calore, per gradi e secondo bisogno, è il secreto di continuare con piacevolezza scambievole nelle amicizie. Per altra parte notabile è quell’altra sentenza, tuttoche espressa con immagine un po’ artifiziosa: non doversi lasciar crescere l’erba sul cammino dell’amicizia. E questo non è che un poco del molto che si potrebbe dire intorno ai reciproci ufficii pei quali le amicizie si conservano, e si vengono sempre più rassodando.
Domanda, per ultimo, seria considerazione anche il modo del rompere le amicizie, quando alcuno si trovi a questa infelice necessità. Tolti alcuni casi straordinarii, è bene che si ricordi il consiglio di Cicerone: doversi, anzichè spensieratamente stracciare, diligentemente scucire le amicizie.