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Siccome però gli uomini d’ingegno sogliono frequentemente immergersi in quelle meditazioni che gli fanno parere astratti, così spesse volte accade che l’astrazione diventi in essi abituale, quasi per viziata natura; ma nemmeno in questo caso l’astrazione vuole confondersi con la distrazione, benchè ne assuma tutti gli aspetti.

La differenza che abbiamo accennata fra astratti e distratti, potrebbe essere resa più pianamente sensibile nello scambio delle parole, chiamando gli astratti preoccupati, e i distratti disoccupati. In generale quest’allontanamento che molto spesso veggiamo nelle persone dal discorso che loro vien fatto, o dagli oggetti che stanno loro sott’occhi, può derivare tanto da eccesso che da difetto, tanto da vacuità che da sovrabbondanza di pensieri. Anche in questo, come in moltissimi altri casi, può esser detto con molta ragione, quel tale mi ha l’aria di essere o il gran bell’ingegno, o il gran balordo. E molte volte riferendo il discorso a quel tale discorso, o a quel tale oggetto, che in grazia dell’astrazione non è percepito, può dirsi assai giustamente: il gran balordo ch’egli è quel bell’ingegno!

Dopo aver chiacchierato sopra gli astratti e i distratti, riduciamo a qualche utile conchiusione le nostre chiacchiere. Non ci ha dubbio che astratti e distratti, quand’anche in qualche momento o per qualche ragione particolare possano divertire (e chi è quegli che in qualche momen-