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fede, e la compassione soverchia. Forse che di tali casi non sonosi dati, e non si danno in ogui luogo e in ogni tempo? A chi cadde da qualche posto eminente non vogliasi subito, e prima che la cosa sia messa in chiaro, attribuire magagne corrispondenti a quella caduta. Finchè non si venga nella esatta cognizione della cosa, stiasi sul credere che fosse cagione di ciò un qualche equivoco, di que’ che non mancano d’imbrogliare le faccende di questo mondo. In somma, dacché i poveri non hanno verun’altra proprietà, guardiamoci con ogni diligenza di non rapir loro l’onore.

Bisogna però confessare che in questa parte le ingiustizie sono molto frequenti! Chi si cura di esaminare se ciò che si dice di un tale sia vero o falso, quando quel tale non sia persona d’importanza per altre ragioni oltre quella di cui si tratta? Pure appunto per questo dovremmo usare di ogni nostra sollecitudine a chiarirci del vero, e tenerci oltremodo guardinghi nel proferire giudizio. Che direste di chi desse per via una spinta ad un cieco? O di chi intronasse di rimproveri le orecchie di un moribondo? O di chi facesse correre senza dargli respiro un assetato? O intimasse di rivedere le ragioni di un anno a chi casca di sonno? Di tal maniera operano coloro che non si dauno cura di appurare quanto si dice a danno de’ poveri. Sono poveri, non vi sembra che basti? Non possono nulla da per