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capelli bruni ed altri con biondi vengono a questo mondo, così altri ci nascano esorbitantemente provveduti d’ogni cosa, altri d’ogni cosa mancanti. Il ripetiamo: a comprendere la convenienza di simili ineguaglianze è necessaria una serie di ragionamenti che non si possono presentare alla mente d’un primo tratto.

Eppure potrebbesi continuare a considerar il povero come un composto di privazioni, o negazioni che dir si vogliano; ente vacuo di qualità, tolto l’esistere ed il soffrire. Chi non ha denari non ne abuserà certamente a corrompere l’altrui innocenza; chi è spoglio d’autorità non potrà impiegarla a danno del vero; a cui non sono concesse onorificenze è tolto alimento all’arroganza; la necessità delle cose più indispensabili al vivere è un ottimo svegliarino dell’ operosità. Se qualcuno poi volesse essere più liberale nel giudicare de’ più miseri tra’ suoi fratelli potrebbe aggiugnere: Tizio non ha denari? vuol dire che non fu usuraio, che non gli piacquero i rei guadagni; non è in sommi gradi? significa che non gli andò a sangue l’adulazione, che non ebbe cuore di farsi innanzi colla rovina degli altri. Se gli fuggirono le sostanze dal detto al fatto, perchè correre subito coll’immaginazione al giuoco, alle crapule, e agli altri dissipamenti ? Finchè non se ne sappia il vero, sarebbe più misericordioso il pensare che lo avessero tratto a quella estremità la troppa buona