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sgradevole; consideratela un poco, e sappiatemi dire che idee vi risveglia nella mente e nell’animo. Non vi sentite scorrere per l’ossa alcun che di freddo, come il ribrezzo che previene la febbre? Non vi sentite tormentare da una specie d’impazienza di movervi dal posto ove siete per andarvene altrove, quasi aveste vicino alcun che di malefico e pestilenziale? Non vi sembra che il sole scotti più dell’ordinario, s’è di state; o che il gelo vi punga più intenso, se sia d’inverno? Non udite zufolarvi all’orecchio alcun che di simile a vagiti di bamboli che non hanno chi loro dia il latte, a sospiri affannosi di chi trangoscia sotto carichi enormi; e lo stesso silenzio non vi sembra che abbia alcun che di straordinariamente cupo e desolato? Girate l’occhio alle pareti e le vi si mostrano nude, lo alzate al soffitto e vi trovate alcun che di fosco, il pavimento vi apparisce ineguale e traballante. Terribile predominio di una parola sopra la fantasia di chi ne penetri il vero significato!

Povero equivale a quantità negativa nella somma sociale; manca ad esso l’autorità, la preponderanza, la forza; non ha in somma valore alcuno. Quando anche abbia in sè qualità evidentemente pregevoli si considerano come impronti ingegnosi in una moneta di falsa lega. Bello, gagliardo, dolcemente parlante; a nulla ciò tutto gli torna; vecchio è il proverbio, ma pur bisogna ripeterlo perchè vero: uomo senza denari