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che in questo bisogno d’aspreggiare il prossimo innestato in certi naturali molto infelici; e riporre nel tempo stesso un nobile orgoglio nel trovarci destinati a recitare in questa mutabile scena del mondo la parte di vittima anzichè quella di sagrificatore. Al turpe istinto, di cui abbiamo parlato, si oppone l’altro bello ed umanissimo istinto di contendere per l’altrui felicità, a costo ancora del nostro dolore. Oh la giusta cagione di rallegrarci con noi medesimi, quando ne avvenga conoscere di trovarci aggregati a quest’ultima schiera!

IX.

UNA SPECIE DI USURA NON AVVERTITA.

Tra quelle molte specie d’usura che la cupidigia umana ba trovato, una ve ne ha che non parmi si considerasse mai tanto attentamente quanto meriterebbe. Questa specie di usura è riposta nell’opinione onde sono accompagnate Je ricchezze, per cui sopra il cento che Tizio di fatto possiede, c’è un dugento, un trecento e più ancora di pubblica stima. L’orpello del ricco passa per oro di coppella, laddove l’oro del povero (se mai gliene piove qualche gocciola tra le mani) si dura una grande fatica a crederlo altra cosa che orpello. È di qui che la potenza dei ricchi si accresce fuor di misura. Quando ci